Esercitarsi al pianoforte: il processo di miglioramento


Esercitarsi al pianoforte deve essere qualcosa che facciamo volentieri, infatti le emozioni positive attivano la produzione nel cervello di dopamina e endorfine e ciò permette un più veloce processo di apprendimento. Prestare attenzione a piccoli dettagli, talvolta banali, aiuta in questo senso:
  • il nostro strumento si deve trovare in una stanza o in una posizione che ci permette di suonare rilassati senza la preoccupazione di disturbare qualcuno. 
  • L'illuminazione è fondamentale, soprattutto se dobbiamo leggere spartiti. Anche se si vuole creare un'atmosfera intima, senza accendere grosse luci nella stanza, è possibile sistemare lumi o piccole lampade che agevolano lo studio e la lettura.
  • La sensazione di infastidire altre persone con i nostri esercizi è uno dei fattori che influenzano negativamente i risultati. Solo il pensiero che ripetere un esercizio più volte, o ancora peggio, solo un passaggio, induce molti a interrompere la seduta al piano con un senso di frustrazione. 
Se leggendo vi accorgete di condividere uno di questi fattori, la prima cosa da fare è cambiarlo o almeno correggerlo nei limiti del possibile.

Per quanto riguarda invece l'esercitarsi in sé consideriamo che:
  • bisogna provare sempre ad eseguire i passaggi correttamente. Il nostro cervello non può distinguere cosa è suonato in modo giusto e cosa è suonato in modo sbagliato. Così, dopo diverse ripetizioni il cervello memorizza i passaggi e se li abbiamo suonati in modo sbagliato, non abbiamo fatto altro che automatizzare un errore!
  • Un esercizio o un nuovo brano andrebbero sempre suddivisi in sottoparti da studiare lentamente, una alla volta e prima di tutto a mani separate. La lunghezza di queste parti dipende naturalmente dalla difficoltà del brano stesso, possono essere 4 battute o 8 battute, così come una pagina intera.  
  • Mantenere la concentrazione è un'operazione molto complessa, molto spesso dopo 15 minuti si raggiunge già una fase di stanchezza e l'apprendimento rallenta o addirittura si interrompe. Per questo quando possibile è sempre meglio suonare 2 volte per 30 minuti che un'ora di fila, oppure 2 volte per 15 minuti invece che mezz'ora senza sosta. È bene che tra le varie esercitazioni passi del tempo, anche qualche ora, in questo modo si interiorizzeranno meglio gli studi. 

Come si vede dal grafico il processo di miglioramento può essere sintetizzato in due fasi:
  • nella fase di apprendimento acquisiamo nuove conoscenze, abilità e bravura fanno allora un passo in avanti;
  • nella fase di assimilazione, apparentemente il nostro livello resta lo stesso, in realtà non facciamo altro che interiorizzare quanto appreso affinché nel corso del tempo il nostro livello non scenda di nuovo.
Notiamo dunque che il miglioramento procede per gradi e le fasi assimilazione sono ben più lunghe di quelle di apprendimento. Non bisogna quindi lasciarsi scoraggiare se per un certo periodo di tempo abbiamo la sensazione di non progredire.

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