4e) Il VII grado


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Da "Manuale di armonia"
IV - Il VII grado

La triade del settimo grado, o triade diminuita, richiede un discorso particolare. La sua costruzione è diversa da quella delle triadi studiate fin qui, le quali avevano in comune almeno la quinta perfetta: la triade del VII grado ha invece una quinta diminuita, intervallo che non è vicino nella serie degli  armonici e che quindi è avvertito come una dissonanza. [...]
Come si è arrivati a usare le dissonanze? A questa domanda è possibile rispondere solo con delle supposizioni. La cosa deve essere avvenuta gradualmente, e agli inizi si tentò forse solo occasionalmente e con cautela di mescolare gli armonici più lontani - le dissonanze - con le consonanze. Immagino che esse siano state dapprima introdotte di sfuggita: per esempio, sopra l'accordo do-mi-sol tenuto fermo, una voce melodica passava da un sol tenuto a un mi tenuto quasi scivolando su un brevissimo fa, qualcosa di simile a un portamento o a un glissando più o meno evidente di cui non era possibile distinguere i singoli suoni. Credo cioè che, in un primo tempo, la dissonanza fosse di passaggio e che il passaggio fosse nato col portamento, per il bisogno di unire tra loro con dolcezza e melodicamente gli intervalli disgiunti, servendosi in questo caso di una scala. [...]
La nota di passaggio è dunque solo la fissazione scritta di un abbellimento. [...]

Nell'uomo si combattono due istinti: il desiderio di ripetere le sensazioni piacevoli e quello opposto, il bisogno di cambiamento, di mutazione, di sensazioni nuove. [...] Così potrebbe essere nato il trattamento della dissonanza [...] Preparare con cautela e risolvere in consonanza, ecco il sistema! 
Preparazione e risoluzione sono dunque i ripari che proteggono la dissonanza perché non patisca, né rechi danno. Applicato a caso di cui ci occupiamo, la triade diminuita, tutto questo significa che la quinta diminuita, dissonante, dovrà essere preparata e risolta. [...]

Vi sono diversi modi di trattare le dissonanze e soprattutto diversi modi di risolverle; ma vi sono anche maniere diverse di presentarle.
La prima e più semplice forma che impareremo è quella della preparazione: il suono che diventerà dissonante deve essere affidato alla stessa voce come consonanza già nell'accordo precedente. Lo scopo di questa preparazione è evidentemente di far intonare quel suono quando è parte consonante di un accordo maggiore o minore e quindi non può presentare difficoltà a chi canta: poi, mentre questo suono resta legato, le altre voci si muovono trasformandolo in una dissonanza. Come prima forma di risoluzione sceglieremo, per il momento, un metodo di cui è facile vedere l'opportunità psicologica. Se nel flusso armonico si introduce con la dissonanza un ostacolo, paragonabile ad una diga in un torrente, questo arresto improvviso dovrebbe generare un accumulo di forze che, per così dire, supera l'ostacolo nello slancio: per superarlo ci vuole dunque un movimento energico, come può essere quello dal V al I grado o, generalizzando, un salto di quarta ascendente della fondamentale. [...]

Se per risolvere la quinta dissonante nella triade diminuita si fa fare alla fondamentale questo salto di quarta ascendente (e rispettivamente di quinta discendente), si avrà come accordo di risoluzione del VII il III grado:
 La nota dissonante è stata risolta qui facendo scendere la dissonanza di un grado, dal fa al mi. Rispetto all'accordo risolutivo la dissonanza ha diverse possibilità: può scendere, salire, restar legata o anche saltare. Per il primo caso abbiamo scelto la prima soluzione, quella di farla scendere, cioè di farla muovere in giù, per moto congiunto: e questo per il fatto che questa voce, che ha tanto attirato la nostra attenzione, diventa così l'ottava della fondamentale, che a sua volta abbiamo trovato più che mai rispondente alla risoluzione della risonanza. [...]
In questa risoluzione, se si vuole ottenere un accordo completo, bisogna talvolta rinunciare al legame armonico. Se il si, legame armonico (es. 12 b, c, d), restasse legato, la parte che ha il re sarebbe costretta a saltare sul sol sopra o sotto; e questo, in qualche caso, presenta delle difficoltà, come in 12 b, dove il contralto verrebbe a trovarsi sotto il tenore o, se salisse, sopra il soprano: mentre, come si è detto, dobbiamo astenerci dall'incrociare le parti. Buona e utile la soluzione 12 c; soltanto, siccome la voce superiore procede di salto, sarà necessario rivolgere una certa attenzione alla linea  melodica, cosa che faremo al più presto. In 12 d invece, sia che il contralto salga o scenda, si avrebbe una distanza eccessiva tra parti vicine: nel primo caso una decima tra contralto e tenore, nel secondo lo stesso tra contralto e soprano, posizione che eviteremo il più possibile, perché l'esperienza insegna che è tra le meno omogenee di sonorità. [...] Preferiremo dunque la soluzione 12 e senza legame armonico.

Per quanto riguarda il suono che deve essere raddoppiato nell'accordo del VII grado, esso sarà innanzitutto la fondamentale, anche perché è stato questo il suono che finora abbiamo raddoppiato, e per la stessa ragione che ce l'ha fatto preferire anche nei raddoppi degli altri accordi. Il discorso è diverso per la terza e la quinta. In primo luogo va presa inconsiderazione la terza, in quanto il VII grado non è una triade maggiore né minore, ma diminuita: quindi la terza non ne stabilisce il genere e acquista pertanto minor rilievo. Il suono più in vista è invece la quinta, essendo una dissonanza, e già per questa ragione non dovrebbe essere raddoppiata. Inoltre la dissonanza che vogliamo risolvere ha l'obbligo di scendere di grado: se quindi si raddoppiasse dovrebbe scendere anche la seconda voce a cui è affidata (es. 12 f); ma su questo modo di condurre le parti torneremo più tardi. Per ora basti dire che due parti farebbero lo stesso movimento, cosa superflua perché una è sufficiente: quindi la quinta diminuita non può essere raddoppiata. 

Ed ora la preparazione. Il suono dissonante deve essere presente come consonanza nell'accordo precedente per rimanere poi legato, nella stessa parte diventando la dissonanza. Ogni suono della scala si presenta in tre gradi: come fondamentale, come terza e come quinta di un accordo. La nostra dissonanza, il fa, è fondamentale del IV, terza del II e quinta del VII grado, per cui ci sono a disposizione gli accordi del IV e del II grado. Alle domande che ci siamo posti per la concatenazione degli accordi consonanti se ne aggiunge ora una quarta. Ecco le quattro domande:
  1. Quale è il basso?
  2. Quale è la dissonanza (da preparare o da risolvere a seconda del caso)?
  3. Esiste legame armonico? (Resta legato se possibile, non più dunque obbligatoriamente.)
  4. Quale o quali suoni mancano?
L'es. 13 mostra la preparazione e la risoluzione in più casi: in 13 a, b, c la preparazione si fa col IV grado (e poiché la nota che prepara è, in questo caso, l'ottava dell'accordo di preparazione, si chiama preparazione con l'ottava); in 13 d ed e col II grado (preparazione con la terza).

L'allievo si eserciti ora a preparare e risolvere l'accordo del VII grado nel più gran numero di esempi (anche in altre tonalità). Le successioni dei gradi saranno IV, VII, III oppure II, VII, III. Per ora dopo il VII starà sempre il III, e prima del VII solo il IV o il II.


A. Schönberg 


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