Il pedale: cenni generali

In questo primo post introduco alcuni concetti generali sul pedale. Nel prossimo invece mi occuperò ti tecnica e uso pratico dello stesso.

Iniziamo col dire che come è noto il pianoforte dispone di pedali, da due a quattro a seconda di marca, modello e data di costruzione:
  • risonanza o forte (a destra)
  • una corda o piano o 1C (a sinistra)
  • quarto pedale (a sinistra, solo in alcuni modelli di pianoforte a coda)
  • tonale o sostenuto (al centro nei pianoforti a coda)
  • sordina (al centro nei pianoforti verticali, al posto del pedale tonale)
La funzione di ogni pedale è quella di alterare il suono prodotto dalla percussione delle corde da parte dei martelletti. Rimando a questo link su Wikipedia per una descrizione dettagliata di ogni singolo pedale perché la pagina è ben fatta: https://it.wikipedia.org/wiki/Pianoforte#I_pedali
In questo post ci concentriamo sul pedale di risonanza.

Il pedale di risonanza

Il pedale di risonanza è quello più usato: staccando gli smorzatori dalle corde permette che queste continuino a vibrare anche se il tasto non è più abbassato. Produce così, come effetto aggiuntivo, la risonanza delle frequenze per "simpatia" ovvero vibrano le corde con frequenze simili a quelle della nota che abbiamo suonato, anche se non le abbiamo toccate, questo accade perché anch'esse appunto non sono smorzate.

Vantaggi e svantaggi

Il vantaggio principale del pedale di risonanza è la produzione di armonie più ricche grazie alla contemporanea vibrazione di più frequenze e quindi alla creazione di suoni più corposi e coloriti. Tra l'altro questo pedale ci offre praticamente un'immensa varietà d'uso e di sfumature arricchendo così all'infinito le nostre possibilità esecutive. Lo svantaggio principale invece è che un uso eccessivo o disordinato dello stesso conduce alla confusione dei suoni e ad un progressivo innalzamento del volume (vibrano sempre più corde per percussione o simpatia), con una completa perdita di chiarezza. In questo caso che si sia musicista o ascoltatore non si potrà non provare irritazione o fastidio.

Quando si usa il pedale

Esistono molti libri che descrivono la tecnica, o meglio le tecniche d'uso, riferendosi ai diversi, stili, epoche e compositori. Ma una regola unica e definitiva non c'è, si possono stabilire delle linee guida. In generale possiamo dire che la musica barocca o del primo periodo classico si può suonare senza pedale (anche perché la sua invenzione è successiva) ed infatti è stata composta per strumenti che non disponevano ancora di pedale. Ciò non esclude categoricamente la sua introduzione anche se va ponderata e dove possibile sostituita dal legato delle dita.
A partire dal periodo classico-romantico il pedale è stato sempre più utilizzato e anche notato sugli spartiti, almeno nei punti in cui il compositore voleva dare un'indicazione precisa sul suo uso. Dove mancano le indicazioni il compositore lasciava praticamente libertà di scelta all'esecutore.

Notazione sullo spartito

Di seguito le due notazioni per l'uso del pedale che si trovano stampate più frequentemente sugli spartiti:


Per quanto riguarda la prima notazione, il simbolo Ped. segna nella battuta (sotto la chiave di basso) il punto dove il pedale va abbassato, l'asterisco il punto in cui il piede va alzato dal pedale.
Questa invece è il secondo tipo di notazione:
Se le linee oblique sono sostituite da linee verticali (come all'inizio e alla fine dell'immagine precedente), l'azione di sollevare o abbassare il pedale deve essere fatta con un movimento netto e non lento. Ovviamente questi "rettangoli aperti in alto" possono anche non essere consecutivi o avere forme diverse, ad esempio: \__/ (ovvero alzare e abbassare il pedale lentamente).


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